12 ore del Palladio 01.06.2008

I capitani delle 25 squadre iscritte alla 4^ edizione della cronometro a squadre che si corre nel centro di Vicenza, sono schierati sulla linea di partenza in Viale Roma. Dopo le raccomandazioni degli organizzatori ed i saluti del primo cittadino, partiamo per due giri di ricognizione del percorso (1600 metri), dietro safety car (la carburazione non è proprio ottimale, visto i fumi tossici che emette sulle nostre facce!). In fondo al lungo rettilineo di Viale Roma, la prima curva a sinistra (da prendere larga per mantenere la velocità) immette in Viale Venezia. Qui le transenne limitano il percorso a soli 2,5 metri (anche meno). Seconda curva ampia a sinistra in Viale Eretenio, che scende in leggera discesa, dove converrà prendere fiato per quello che ci aspetta dopo… una brutta curva a 90° (protetta saggiamente da un paio di materassi) dove si abbassa decisamente la velocità all’inizio della leggera salita in Contrà Mura Pallamaio dove tutti scattano in piedi sui pedali (tutti tranne noi…). Si arriva stringendo i denti fino in Piazza del Castello dove si può tirare il fiato. Mantenendo l’attenzione sempre alta sulla traiettoria ottimale, per evitare buche e tombini (che rendono il tracciato un vero e proprio campo minato) si ritorna in Viale Roma, dove tocchiamo le punte massime di velocità (perché si sviluppa in leggera discesa). A metà di Viale Roma, una corsia di ingresso permette di rientrare ai “box” allestiti lungo Viale Dalmazia, mentre una corsia di lancio permette al compagno di squadra di entrare nel circuito. Abbiamo deciso di adottare una strategia di gara che richiederà a tutti di percorrere tre giri consecutivi, prima di rientrare e passare il testimone al compagno. Una volta deciso l’ordine di partenza (Stefano, Antonio, Guido, Paolo, Giovanni, Vincenzo) seguiremo questa sequenza per tutte le 12 ore salvo imprevisiti…

 

Ore 10.00

Tutti abbiamo già percorso i primi giri e dopo circa 40 minuti di riposo, è ora del secondo turno. Le energie sono ancora abbondanti, e il giro mi sembra molto più breve della prima volta.

Ore 11.00

Cronometro un giro in 2’30” alla media dei 38 – 39 km/h

Ore 12.00

Impariamo a conoscere tutti i segreti del percorso. Memoriziamo le traiettorie più veloci, e più sicure, tra le buche ed i tombini. Gestiamo le energie con intelligenza nei diversi tratti.

Ore 13.00

Impariamo ad usare meno i freni, e dove entravamo in curva frenando, ora possiamo continuare a spingere sui pedali mentre la bici è completamente coricata in curva (prova a farlo con una bici normale…) Pranzo con poche forchettate di pasta, perché in ogni pausa mangio e bevo qualche cosa.

Ore 14.00

Il ritmo sembra aumentare, le pause tra un turno e l’altro sembrano più brevi, perché la stanchezza inizia lentamente a farsi sentire. In salita faccio veramente fatica, e non ho ancora trovato il rapporto giusto. Tutto il giro si può fare toccando i freni solo una volta, nella “curva dei materassi”.

Ore 15.00

Mezzo litro di Coca-Cola a testa (è “l’integratore” più apprezzato). Ritorna la voglia di mettersi in gioco, e dove correvo in difesa ora vado all’attacco. Con il percorso a memoria, anticipo il cambio dei rapporti e inizio a spingere con decisione quando sono ancora coricato in curva, e le spalle sfiorano ancora le transenne.

Ore 16.00

Il sangue circola bene nelle gambe, meno bene nella testa. Mi dicono che sono rientrato dal terzo giro, così veloce che i compagni non mi hanno visto (è vero, sono magro, ma non così tanto!). Queste distrazioni ci fanno perdere secondi preziosi… Anche i concorrenti non reclinati, iniziano a dare segni di affaticamento e nel tratto di salita, alcuni mollano. Da questo momento in poi ci prendiamo la nostra rivincita. Solo le prime squadre in classifica continuano a tirare velocità che non sono alla portata delle nostre gambe.

Ore 17.00

Antonio ha forato!!!

Antonio attraversa Viale Dalmazia, e taglia il traguardo a piedi per dare il cambio a Guido. Con la velocità degna di un box di formula 1 cambiamo la camera d’aria forata, e la bici è pronta per il prossimo turno.

Ore 18.00

Antonio è caduto!!!

Nella “curva dei materassi” la gomma anteriore scoppia e Antonio parte per la tangente, fermato morbidamente dai materassi, grattato meno morbidamente dall’asfalto! Dopo le medicazioni del gomito l’eroe rientra al box, e non ci pensa nemmeno a fermarsi. Scopriamo che la copertura anteriore, già danneggiata dalla prima foratura, ha causato il secondo incidente. La città è affollata di pedoni che attraversano la pista in punti controllati a vista dagli uomini dallo staff, che non sempre sono attenti al nostro passaggio…

Ore 19.00

Vincenzo è pronto per la partenza nella corsia di lancio, e sono in attesa di vedere Giovanni comparire all’inizio di Viale Roma, per dare il comando di Via. Giovanni non si vede. E’ passato più tempo del previsto. Una foratura? Una caduta? Un guasto meccanico? Antonio corre ai box per sapere cosa è successo. Giovanni era già passato dal traguardo, ma non l’ho visto! “La distrazione è una brutta bestia”

Ore 20.00

Lo speaker annuncia che per regolamento, l’atleta che si troverà in pista quando resteranno 10 minuti dalla fine, dovrà correre fino al tragurado senza ulteriori cambi possibili. Il nervosismo in alcuni concorrenti è a dir poco eccessivo, e parole pesanti volano nella corsia di lancio dove le prime squadre si giocano la vittoria sul filo dei secondi. Dal basso delle nostre recumbent, sorridiamo nel vedere scene di ordinaria stupidità.

Ore 20.40

Quando mancano 20 minuti dalla fine, modifichiamo l’ordine di partenza che ha governato fino ad ora. Antonio mi precede ed entra per correre un solo giro. Al suo arrivo entrerò per rimanere fino al tragurdo.

VIA!

Sono partito.

Scalo i rapporti fino al 56×14 che mi accompagna per tutto il circuito.

Scendo in Viale Eretenio senza forzare. Quando mancano pochi metri inserisco il 17, tocco i freni con fermezza e mi vedo impostare la “curva dei materassi” sfiorando la transenna a sinistra ed evitando per un pelo il tombino in mezzo alla strada.

In uscita di curva rilancio la velocità senza risparmiarmi, grazie al rapporto più agile. Nessuno riesce a passarmi in salita. Non finisce mai, non finisce mai, tengo duro, anzi tengo agile. Verso la fine scalo il 15. Prendo fiato e imposto la curva a destra buttando giù il 13, con cui attraverso Piazza Castello e scendo in Viale Roma. Negli ultimi quattro giri sono davanti a tirare, e due scaltri ciclisti restano a ruota aspettando il momento di attacarmi. Il penultimo giro prendo fiato e calo leggermente il ritmo, ma nessuno comunque mi passa. Prevedo che l’attacco arriverà nell’ultima salita. Infatti… All’uscita dalla curva dei materassi i due amici che hanno succhiato la ruota per quattro giri, tirano fuori tutto e partono! Nella salita non posso fare altro che lasciarli andare. Non mollo, e resto a pochi metri. Quando usciamo da Piazza Castello, mancano 300 metri al traguardo, e mentre i due si battono per stare uno davanti all’altro, la mia velocità aumenta nella leggera discesa di Viale Roma, fino al punto da raggiungerli sotto il traguardo! Percorro un giro di pista per salutare i volontari che per oltre 12 ore ci hanno permesso di correre in sicurezza (più o meno).

Ore 22.00

La premiazione ufficiale ci vede protagonisti e applauditi come l’unica squadra reclinata partecipante. Siamo invitati alla prossima edizione, per la quale il sindaco promette strade lisce come un tavolo da biliardo (torneremo per vedere se mantiene la promessa).

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