Gran Fondo Marco Pantani 24.06.2007

Il Passo Gavia (2650 mslm) e il Passo Mortirolo (1851 mslm) sono stati ieri il teatro di una nuova impresa per i quasi quattromila partecipanti che come noi hanno affrontato i 152 km e 3400 metri di salita della Gran Fondo Marco Pantani (percorso medio). Non impeccabile l’organizzazione, che ha lascito transitare qualche divertito motociclista sul Gavia e tra gli altri un bel furgone, che parcheggiato proprio dove la strada si restringe ad una sola corsia, ha prodotto un imbottigliamento che ci è costato una lunga pausa a piedi! Anche dai ristori ci si aspettava francamente qualche cosa di più, visto che dopo più di tre ore di gara, il primo ristoro “completo” al GPM del Passo Gavia, era rimasto dopo il passaggio dei primi, con solo qualche banana… Stringendo i denti per il freddo (e lo stomaco, per la fame) scendiamo comunque in picchiata fino a Bormio, lungo la discesa, a mio giudizio, più entusiasmante, e pure più pericolosa, di tutto il circuito granfondistico italiano. Prima ripida, stretta, a strapiombo sul nulla (senza protezioni!) poi più dolce, e infine lunghi rettilinei fino a Bormio, dove si toccano i 100 km/h (provare per credere).

Arrivati a Mazzo in Valtellina, dove si imbocca la salita del Mortirolo (1300 metri di dislivello in 12 km) abbiamo avuto abbastanza tempo per riflettere sul vero perché: “Perché sono arrivato fin qui? Perché devo fare con un reclinata la salita più dura d’Europa? Ce la farò? Chi mi salverà dai crampi?” La salita si presenta con una serie di cartelli che in modo leggermente sadico indicano chilometro dopo chilometro la pendenza: 12%  13,5%  14%  18%  10%  e così via… Per farti sapere quanto manca ancora alla fine del purgatorio, gli organizzatori hanno messo quest’anno anche una seconda serie di cartelli che numerano i tornanti dal 32° a scalare fino al 1° in vetta. La salita del Mortirolo non si può descrivere, si può solo raccontare gli effetti che i 12 km più duri d’Europa, producono sui ciclisti “normali”. Tutti pedaliamo con una cadenza sconsigliabile se tieni alla salute delle tue ginocchia; a questa velocità distrarsi per un istante significa sbandare e cadere; la mente ancora prima delle gambe vorrebbe cedere alla fatica, e mentre vedi compagni sfiniti proseguire a piedi, certo non ti senti incoraggiato! I crampi prima o poi arrivano, e quando arrivano puoi imparare a sopportarli, a chiedere alle tue gambe ancora un sacrificio, ancora qualche tornante.

 

Il silenzio sulle rampe del Mortirolo è quasi religioso. Tutti siamo profondamente immersi dentro noi stessi. La fatica non lascia spazio alle chiacchere, ti svuota di tutto ciò che non ti serve per arrivare alla fine. Un punto fermo, la concentrazione sul momento presente, rimanere con ogni singolo colpo di pedale mi aiutano a superare indenne i primi 11 km. Finalmente l’ultimo chilometro!! Le gambe sembrano volersi prendere la rivincita di tanta fatica, e con una progressione (più di rabbia che di gioia) passo sotto il traguardo del GPM, sicuro di avere spostato un po’ più in là il mio limite, e quello di chi ci ha incontrato ieri sulle strade della GF Marco Pantani.

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